Cosenza Cristiana - Beni Culturali - Digitalizzazione

Fabio Gallo sul Vescovo Francesco Nolè: “insieme per ciò che resta e dura nel tempo”

di Fabio Gallo/

Scompare prematuramente l’Arcivescovo Metropolita di Cosenza-Bisignano S. E. Mons. Francesco Nolè, minore di San Francesco d’Assisi, che del santo ha attuato la visione sempre vicina agli ultimi con grandi dosi, a volte, di santa pazienza. La Città di Cosenza è difficile, ripetitiva negli errori, male amministrata da una classe politica molte volte egoista e senza meta, assaltata da mille bisogni e necessità, come lo è quotidianamente il Palazzo della Curia, da sempre più efficace e responsabile. Fino a poche ore prima del suo ricovero il nostro Arcivescovo Padre Nolé, non ha negato la sua presenza rassicurante e di grande conforto ad una Città che è parte della regione, la Calabria, prima in Europa per disoccupazione e, di conseguenza, prima nell’incapacità ormai cronicizzata di creare lavoro. In Calabria i danari pubblici si spendono, non si amministrano. Ed è qui, ad alleviare anche questa piaga, che si pone l’azione del Pastore di una comunità soccorrendo e incoraggiando a fare. Tutti moriremo, ma a volte quando “sorella morte” chiama chi è così vivo tra tutti, fa paura ed il suo agire risuona come un monito a noi tutti che riteniamo la vita un diritto privo di doveri verso noi stessi e verso il prossimo.

Cosenza Cristiana - Beni Culturali - Digitalizzazione-Francesco Nolè

Il Padre Arcivescovo Metropolita dell’Arcidiocesi di Cosenza-Bisignano Francesco Nolè

Con il Padre Arcivescovo Nolè ho vissuto una bellissima esperienza raccogliendo la sua preoccupazione per una Città storica, quella di Cosenza nella quale sorge la Cattedrale ed il Palazzo dell’Arcidiocesi, svuotata anche dall’interesse della classe politica ad investirvi per vederla risorgere e, di conseguenza, di nuove famiglie interessate ad abitarvi e a ripopolarla. Nel corso dell’estate del 2017 diceva: “siamo quasi giunti ai festeggiamenti solenni degli ottocento anni dalla dedicazione della Chiesa Cattedrale (2022, ndr.) e la Città Storica è spenta di vita. Senza famiglie, senza bambini che giocano e si rincorrono nei vicoli, che Città sarà e che senso avranno i festeggiamenti?”. A farci incontrare fu Padre Gregorio Colatorti Correttore Generale dell’Ordine dei Minimi di San Francesco di Paola che il Padre Arcivescovo citerà nel suo indimenticabile discorso che pubblico per intero insieme al video

Presentazione alla Città e al Clero della Piattaforma COSENZA CRISTIANA

Presentazione alla Città e al Clero della Piattaforma COSENZA CRISTIANA

E’ stato così che insieme agli amici Vincenzo Capocasale ed Eleonora Cafiero che abbiamo raccolto la sua speranza per farla diventare una nostra missione. Così, è nato il progetto di digitalizzazione di tutte le chiese presenti nella Città Storica, partendo dalla Cattedrale, che prese il nome di COSENZA CRISTIANA: il primo Museo Digitale italiano. Fu questa opera che il ministro Dario Franceschini nell’inaugurarne il suo ingresso in rete, definì “un capolavoro” che premiò inserendo la Città storica di Cosenza tra le quattro del Sud Italia che ricevettero 90 milioni di Euro ciascuna per la loro riqualificazione urbana. Prossimamente, politica e mafia permettendo, la Città storica pullulerà di cantieri e nuovi interessi che noi, autori e realizzatori del progetto COSENZA CRISTIANA, desideriamo dedicare al Padre Arcivescovo Nolè che ci ha perseverato nel non perdere mai la Speranza.

Dalla Piattaforma Digitale COSENZA CRISTIANA

Dalla Piattaforma Digitale COSENZA CRISTIANA

Fu un grande successo e oggi siamo consapevoli che insieme a lui abbiamo realizzato qualcosa che resterà e che tutti potranno utilizzare e che nessuno potrà modificare o cancellare, perché rappresenta un grande valore culturale e cristiano della Città. E’ la prima volta che una Città italiana propone in rete, il luogo dove ci si incontra, si socializza e si creano nuove economie, la digitalizzazione dei Beni Culturali di una intera più che bimillenaria Città Storica, dalla quale emergono capolavori dell’arte che narrano la Bellezza del Sacro ed i segni delle molte civiltà che in questa parte del mondo, hanno vissuto.

Cosenza Cristiana - Beni Culturali - DigitalizzazioneFABIO GALLO: IL NOSTRO OMAGGIO A MONS. FRANCESCO NOLE’ E’ “COSENZACRISTIANA”
Per questo motivo desidero ricordarlo proprio con questa opera giustamente definita dal ministro “un capolavoro” e con il discorso che Padre Nolè fece in occasione della presentazione alla Città di Cosenza il 5 novembre 2017. E’ opportuno ringraziare chi ha animato insieme a me questo evento: il Presidente della Fondazione Culturale “Paolo di Tarso” prof.ssa Luana Gallo, la dott.ssa Linda Capocasale, la dott.ssa Eleonora Cafiero, il dott. Vincenzo Capocasale, la Vicepresidente del Movimento civico NOI avv. Nunzia De Rose, il dott. Gianluca Nava, la dott.ssa Silvia Lanzafame, la Signora Vincenza Benincasa, la dott.ssa Elena Capocasale, e, ovviamente, l’Ufficio Arte Sacra e Beni Culturali dell’Arcidiocesi di Cosenza – Bisignano.

Il Padre Arcivescovo Metropolita dell'Arcidiocesi di Cosenza-Bisignano Francesco Nolè

Il Padre Arcivescovo Metropolita dell’Arcidiocesi di Cosenza-Bisignano Francesco Nolè

IL DISCORSO DEL PADRE ARCIVESCOVO MONS. FRANCESCO NOLE’
“COSENZA CRISTIANA: ma chi glielo ha fatto fare? L’amore per la fede!”

Cosenza, Sala degli Stemmi, 5 novembre 2017
“Non era mia intenzione dando l’incarico a Massimo (Don Massimo Iaconianni, ndr.) fargli scoprire anche la presenza religiosa, questa è un dono di Dio. Però, quando ci si mette a servizio si scoprono cose straordinarie.
Allora, un giorno, al Vescovo chiedono tanti di venire a parlare e molti prima io non li conosco; però, questa volta, veniva qualcuno che accompagnava, dava garanzia Padre Colatorti, per cui ho detto, sarà una persona credibile. Ma quando ha cominciato a parlare di questo progetto, ho pensato, dove andrà a finire e quanto costerà questo progetto, quanto costerà un progetto così, lui parlava di 8.000 euro a scatto, dobbiamo vendere la Diocesi. E pensavo che finisse come finiscono questi che vendono cataloghi e opere d’arte, alla fine arriva e dice: no, tutto gratis, certo, se volete comprare una ventina di copie. E quanto costano? Due o tremila euro ciascuno. E, non è gratis!

C’E’ UN MONDO DI GRATUITA’: LO FACCIO PER AMORE
Alla fine, ecco, ho scoperto, perché per me è stata una scoperta straordinaria, non l’Arte, la Gratuità. Spesso noi guardiamo a un mondo dove c’è solo profitto, solo interesse, dove c’è venalità, e invece c’è un mondo di gratuità che non riusciamo a individuare, non ci crediamo. Abituati come siamo all’idea commerciale, ci viene difficile pensare che qualcuno possa fare questo e dire, si, io devo vivere, ma non lo faccio per questo, lo faccio per amore. E questa è una parola che sconvolge, ed è uno stile di vita che diventa contagioso e diventa esso stesso evangelizzazione, al di là di tutta la Bellezza e della tecnologia che ci sta facendo entrare in questi particolari. Al di là di questo, rimane la persona che è capace di mettere la sua arte, i suoi talenti, la sua bravura, il suo tempo, la sua perizia gratuitamente, a disposizione degli altri.
Ma chi glie lo faceva fare d’estate, quando Cosenza, ho scoperto è invivibile, d’estate, luglio e agosto è difficilissimo, bisogna andare a rifugiarsi in qualche parte fresca, ma bisogna trovarla, per cui, chi glie lo ha fatto fare, l’amore. L’amore per l’arte diciamo noi, ma io direi un amore più grande che è quello della Fede, che una volta che si è scoperto, non lo si può tenere chiuso in noi stessi, dobbiamo manifestarlo. E questa è l’idea dell’amore che si diffonde, si allarga. L’amore non può essere racchiuso, come diceva Don Massimo, giustamente, nove mesi sta chiuso, ma perché si prepara a qualcosa di esplosivo, di grande, di unico. Nove mesi per fare un capolavoro, che è l’uomo. Io non voglio aprire nessuna parentesi, ma voi pensate che significa non accogliere un capolavoro di Dio. Che significa solo pensarlo, il poter distruggere un Capolavoro del genere, è qualcosa di impensabile, però succede.

IL SIGNORE CHIAMA ALCUNI A COMPENSARE QUESTA DISTRUZIONE: A SUSCITARE BELLEZZA E BONTA’
E allora, il Signore chiama alcuni quasi a compensare questa distruzione, creando e dandole la possibilità di rinnovarsi continuamente, la vita si rinnova. E l’altro aspetto è, perché sono stati fatti tutti questi capolavori, solo per l’arte? Per il godimento artistico? No. Sono stati fatti da artisti, ma l’idea era un’altra. Era di avvicinare tramite l’arte l’Uomo a Dio. Sono nati per la preghiera. Sono nati per la devozione. Sono nati per suscitare insieme bellezza e bontà, come è stato ben detto dalla dottoressa, perché la bellezza in sé stessa ha bisogno della bontà e la bontà ha bisogno della bellezza e questo nome è Cristo. Ha un nome, Cristo.

Immagini di Beni Culturali digitalizzati per COSENZA CRISTIANA

Immagini di Beni Culturali digitalizzati per COSENZA CRISTIANA

L’ARTE CI SERVE MA NON E’ FINE A SE STESSA: E’ PER DARE UN’IMMAGINE
Quando Pilato mostra Gesù con un volto ormai sconvolto e sporco di sangue, di lividure e dice: ecco l’Uomo. Lui voleva dire, vedete come l’ho ridotto, adesso sappiamo. E in realtà, ha detto una cosa profetica, che anche dietro l’immagine così sporca dell’uomo, c’è l’uomo, c’è il capolavoro di Dio, c’è qualcosa di più grande, che dobbiamo vedere oltre quello che si vede. Ecco, la Bellezza che viene dal di dentro. E non si ferma all’esteriorità. Questi quadri, non sono nati per i musei, sono nati per la preghiera, e direi, oserei dire, poi c’è il capo dell’ufficio liturgico, che questa volta coincide anche con il parroco della Cattedrale, direi per un uso liturgico, perciò si trovano nelle chiese. Ancora di più l’immagine la rende Assisi, con gli affreschi dell’Antico e Nuovo Testamento, era il Vangelo dei poveri, molti non sapevano leggere, non esistevano tanti libri di diffusione come oggi, troppi, alla fine non sa più cosa, come scegliere questi libri. Una volta erano rarissimi, allora quello era il Vangelo dei poveri, l’evangelizzazione dei poveri. Uno andava lì e vedeva impressa sul muro quella che era la storia della salvezza. E andando sul telefonino a vedere queste immagini e ripresentandole alla nostra mente, dobbiamo pensare a questo: davanti a questo quadro hanno pregato. Hanno ammirato, si sono uniti al Divino, qualcosa di più grande. L’arte ci serve ma non è fine a sé stessa, è per dare un messaggio, e il messaggio va oltre. Ecco allora la valorizzazione, anche fermarsi difronte a una immagine. E diventa difficile in una Cattedrale, in una chiesa dove ce ne sono tante immagini.

IL VIAGGIO NELLA BELLEZZA DI ASSISI INSIEME AL PAPA’
Io ricordo una volta, portai mio padre ad Assisi no, padre contadino, e, alle prime immagini è rimasto ammirato, poi Siamo andati nella chiesa di Santa Chiara, poi nella chiesa di San Rufino, poi a S. Maria degli Angeli, ha fatto mio padre “ma son tutte uguali, disse, ne abbiamo vista una basta”. Perché, erano talmente tante le cose che siamo andati a vedere che per lui bastava quella. Fermarsi su una immagine e meditare, pregare, andare oltre, andare al messaggio che l’artista voleva dire ma ancora di più, a chi lo ha commissionato, perché chi lo ha commissionato ha detto voglio che questo quadro serva per quella cappella per quel messaggio, per dare qualcosa, anche i simboli, gli strumenti che i Santi hanno in mano dicono la loro vita, la loro spiritualità il loro messaggio. Allora potersi fermare in maniera diretta su una immagine sacra, composta di questa bellezza, di questo messaggio che si voleva fare arrivare agli altri, significa avere un patrimonio su cui non solo godere, ma anche meditare, ma anche farci rapportare a quello che il messaggio autentico ci vuol dire, cioè, tu non sei solo, ci sono altri che hanno pensato a te, che l’hanno pensato nel migliore dei modi, facendoti dono di quello che essi stessi hanno ricevuto in dono, e quindi questo immenso patrimonio di arte, di religiosità, di storia, di cultura, ma anche di devozione. Molti quadri sono nati per devozione, ex voto, volevano dire grazie, e l’hanno detto in maniera mirabile. E allora, entrare in quel grazie, significa metterci anche noi dalla parte di chi vuol dire grazie a colui che vi ha dato magari altri doni, che però vi dice devo utilizzarli.

Nella foto da Sx: la progettista Eleonora Cafiero, l'Arcivescovo Francesco Nolè, il ministro Dario Franceschini, l'autore del progetto Fabio Gallo

Nella foto da Sx: la progettista Eleonora Cafiero, l’Arcivescovo Francesco Nolè, il ministro Dario Franceschini, l’autore del progetto Fabio Gallo

LA DIVERTENTE ESPERIENZA DELLA VISITA IMMERSIVA IN VIRTUAL REALITY
Ecco il messaggio, ognuno di noi è ricco di doni che magari nemmeno conosce. Noi non conoscevamo tanti particolari delle nostre immagini, particolari straordinari e che magari sono stati messi troppo in alto, troppo nascosti, o sono troppi in una stessa chiesa per cui uno si perde. Io pensavo quando si girava in chiesa, poi se avete occasione fate esperienza con quello strumento li (Visore VR), sembra che tu stai in chiesa, e stai su una parte sollevata, quindi devi stare attento anche a non cadere, perché si gira, loro ti girano con la sedia e man mano che giri vedi tutti questi quadri messi tutti in fila davanti per cui li puoi ammirare, puoi godere, ma puoi anche pregare, puoi anche riflettere, si può fare una meditazione, lo dico alle suore, vedete quante bellezze ci sono? Anche nelle vostre chiese, magari uno ci passa la mattina, la sera, di pomeriggio, non curante di quello che invece è un messaggio che vuole arrivare a tutti noi.

ALLA FONDAZIONE “PAOLO DI TARSO”: SIATE FIERI DI PORTARE UN MESSAGGIO GRANDISSIMO
Allora, con il telefonino si arriva, si arriva con questi strumenti tecnologici diciamo avanzati che si mettono a disposizione anche della fede. I così detti pulpiti virtuali. Abbiamo visto dei pulpiti, sia in Cattedrale sia in San Francesco, perché prima non c’erano i microfoni e quindi c’era bisogno di parlare dall’alto per fare ascoltare la parola di Dio a tutti. Oggi, ci sono questi pulpiti virtuali, tecnologici. E’ da lì che si parla, è questo che dobbiamo utilizzare. E allora, io dico alla Fondazione, grazie, continuate e, soprattutto, siate fieri di portare un messaggio, grandissimo, più grande di voi, di noi, di tutti noi messi insieme, che è un messaggio che speriamo esploda proprio in Cosenza e siamo fieri che inizi a Cosenza. Vedete, la nostra Diocesi ha qualcosa di, dei doni straordinari, abbiamo tanti santi, l’ultimo l’altra domenica, abbiamo tante vocazioni, abbiamo tanto volontariato, abbiamo tanta accoglienza da parte di comunità cristiane e anche non cristiane, ora tutto questo bisogna metterlo in rete, si dice oggi, per poterlo apprezzare.

E allora, non abbiamo niente da invidiare neppure alla Puglia, carissimo Questore (il Questore di Cosenza, ndr.) e carissimo Colatorti (Padre Gregorio Colatorti, Correttore Provinciale dell’Ordine dei Minimi, ndr.) Che la Puglia dice che…no, siamo noi adesso, mi dispiace, mi dispiace per voi. Bene, grazie, veramente grazie di questo dono grande, io non finirò mai di ringraziare il Signore per questi doni che sto vivendo in questi due anni e quattro mesi di vita qui nella Diocesi, ma, è veramente qualcosa di meraviglioso, una scoperta continua, una scoperta continua. Quindi grazie a chi ci fa scoprire e ci fa godere di queste bellezze straordinarie. Grazie.”

 

 

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